Il Revd. Austin K. Rios
7 maggio 2023: Pasqua 3
- Atti 7:55-60
- 1 Pietro 2:2-10
- Giovanni 14:1-14
- Salmo 31:1-5, 15-16
Ognuno di voi è in viaggio e questo viaggio vi ha portato oggi in questo santuario di San Paolo.
Alcuni di voi hanno camminato dal proprio albergo, altri hanno percorso una delle antiche strade che portano a questa capitale eterna, altri ancora hanno preso la metropolitana o l’autobus.
Alcuni di voi si stanno collegando a YouTube da molto lontano.
I dettagli del vostro viaggio sono solo vostri e forse il vostro percorso per arrivare a questo momento è stato duro e pesante.
Ma a prescindere dalle specifiche del vostro percorso, ora siete qui, riuniti come parte del corpo mistico di Cristo, membri individuali di Colui che è la via, la verità e la vita.
L’auto-identificazione di Gesù come Via nel Vangelo di Giovanni è stata troppo spesso usata dalle generazioni successive di cristiani come arma per escludere gli altri e come scusa per giustificare la violenza contro i compagni cristiani e gli aderenti ad altre religioni.
Oltre al deplorevole danno che ciò ha arrecato agli altri e al più ampio corpo di Cristo, una tale focalizzazione sull’esclusività non tiene conto della chiamata più importante che Gesù offre ai suoi seguaci.
“E voi conoscete la via del luogo dove io vado”.
Come Tommaso, nessuno di noi sa cosa c’è al di là del velo che separa la vita dalla morte.
Ma conosciamo colui che è risorto dai morti e conosciamo la natura del viaggio a cui ci chiama.
La via che conduce alla vita, quella che Gesù ha rivelato ai suoi discepoli e a tutti coloro che avevano orecchie per ascoltare e la volontà di incorporarla nella loro vita quotidiana, è la via dell’amore, caratterizzata dal servizio, dalla comune umanità e dalla fortezza spirituale.
Ne vediamo i contorni quando Gesù mangia con i peccatori e gli esattori delle tasse, quando sfama le moltitudini, scaccia i demoni e guarisce i malati, quando lava i piedi e capovolge l’idea di signoria prima di passare attraverso i rigori della croce e della passione.
Il vero stile di vita che Gesù è, che Gesù mostra e a cui Gesù ci chiama è un impegno a un tipo di comportamento che porta dove è lui.
Nessuno di noi ha preso la stessa identica strada per arrivare qui oggi, eppure sia la strada che ci ha portato qui che la nostra destinazione finale sono una sola e identica.
Il Dio a cui i nostri cuori anelano è stato reso noto nella vita, nella morte e nella risurrezione di Cristo, e il modo di vivere che ci riconnette alla fonte di tutta la creazione e ai nostri vicini da cui siamo stati disconnessi è stato modellato per noi da Gesù.
La domanda a cui ognuno di noi deve rispondere è se faremo nostro il modo di vivere di Gesù.
Permetteremo alla forma della sua vita di plasmare la nostra, in modo che la gloriosa diversità delle nostre strade personali e l’universalità dello stile di vita diventino una cosa sola?
Se vogliamo viaggiare con Cristo, verso Cristo e verso il cuore eterno di Dio mentre siamo graziati da giorni su questa fragile terra, la nostra casa isolana, allora dovremmo cercare di modellare la nostra vita comune sulla sua.
Invece di difendere i confini della nostra fede per competere per le limitate risorse umane e finanziarie, faremmo meglio a seguire la guida di Gesù nel riconoscere che anche le donne gentili siro-fenicie sono figli della promessa.
Invece di optare per il balsamo superficiale di intendere i nostri compagni di pellegrinaggio solo come coloro che usano il termine cristiano per descriversi, faremmo meglio a ricordare le parole di Gesù: “Chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio e, anzi, ne farà di più grandi”.
Invece di preoccuparci di quale tipo di vita ultraterrena ci aspetta e di passare il nostro tempo a installarci come giudici che decidono chi è dentro e chi è fuori, faremmo meglio a dedicare il nostro tempo e le nostre energie ad aiutare i contorni dell’eternità a trasformare il mondo attuale in cui tutti viviamo.
Abbattere il divario tra terra e cielo, lasciare che le azioni abbiano più peso delle semplici parole e andare oltre la zona di comfort che il mondo delimita come normale, ma che il nostro Dio smaschera come peccaminosa: queste sono le strade che portano alla vita vera e duratura.
Quando dedichiamo la nostra vita a percorrere questo viaggio di fede e a condividere insieme il cammino del pellegrino, allora Cristo è sia in mezzo a noi come guida e compagno di pellegrinaggio, sia la meta finale del nostro intero viaggio.
Che cosa vi impedisce oggi di dedicarvi a questo viaggio?
Siete assaliti dall’incertezza come il nostro fratello Tommaso, o non vi fidate di ciò che avete già visto come il nostro fratello Filippo?
Siete preoccupati per la vostra determinazione a portare a termine il viaggio o temete che le vostre fragilità nel corpo, nella mente o nello spirito vi impediscano di andare avanti con integrità?
Portate queste preoccupazioni e domande a Cristo, la Vera Via della Vita, in preghiera, e lasciate che la sua grazia le accolga, le benedica e le metta in ombra.
Poi, come pellegrini perdonati e rinnovati, alzatevi e cercate i vostri fratelli in Cristo – sia quelli che si chiamano cristiani sia quelli che vivono la via in altre tradizioni – e cercate altre opportunità per sostenervi l’un l’altro mentre viaggiate insieme sulla vera via del servizio e dell’amore che conduce alla vita.