Luminaria: Orchestra Giovani Musici di Roma

Francesco Malatesta, Violino
Alessio Pacchiarotti, Organo

Orchestra Giovani Musici di Roma

Rocco Sbardella, Direttore

G. F. Haendel: Concerto per Organo e Orchestra in Si Bemolle Maggiore Op.4 N.6
J. S. Bach: Concerto per Violino e Orchestra in La Minore BWV 1041
F. J. Haydn/L. Mozart: Sinfonia dei Giocattoli
W. A. Mozart: Sinfonia N. 29 in La Maggiore K 201

Il programma di questo concerto ci porta tra il barocco ed il periodo classico, affrontando pagine sinfoniche e repertorio solistico.

Il Concerto in La minore BWV 1041 per violino e orchestra di J.S.Bach ed il Concerto per Organo in Si Bemolle Maggiore Op.4 N.6 sono esempi molto noti di Concerto Solistico, un genere che affonda le sue origini proprio nel periodo barocco. Entrambi in tre movimenti, questi due Concerti mettono in luce il dialogo tra il solista e l’orchestra, evidenziando le linee melodiche e le modulazioni armoniche seppure nella rigorosa struttura del concerto barocco. La Sinfonia dei Giocattoli (in tedesco nota come Kindersinfonie) è una composizione semplice e di carattere giocoso, riconducibile al classicismo viennese. Inizialmente attribuito a Haydn e successivamente a Leopold Mozart, questo lavoro si distingue in particolare per l’organico: all’orchestra classica si affiancano in questo lavoro alcuni strumenti tipici dell’infanzia: tamburo, raganella e altri che imitano il canto di uccelli come il cuculo e la quaglia per divertire gli ascoltatori soprattutto giovanissimi. La sinfonia n.29 in La Maggiore K 201 fu composta nel 1774 da un Mozart poco più che diciottenne. Il primo movimento è un esempio di equilibrio tra freschezza lirica e ricchezza di elaborazione: il tema principale è segno esemplare che l’interesse mozartiano non s’identifica tanto nell’elaborazione tematica, quanto nell’invenzione melodica. Non per questo il bellissimo motivo nel corso del brano si sottrae a un vigoroso lavoro di imitazione e modulazione. L’Andante ricorda la produzione quartettistica immediatamente precedente del compositore austriaco; mentre il ritmo puntato evoca, nel Minuetto, come un’eco di serenate en plein air. Nell’ultimo tempo, si nota l’adozione di un ritmo e di un’allure tipici di un finale all’italiana: ciò che, però, un tempo era modello d’obbligo, ora è divenuta libera scelta di materiali, trattati con grande complessità di scrittura e  impeto vitalistico denotanti l’irreversibilità di una emancipazione stilistica.

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